Piazza Maggiore
Centro dell’antica Mons Regalis, la piazza è allungata, irregolare, in tutto improntata al doppio: tesa tra due colli, spezzata in lunghezza su due livelli, simmetrica con i portici sottani e soprani, speculare nel sistema di vie e opposta nelle coppie di palazzi dei poteri che la racchiudono: da un lato la Chiesa della Missione e il Palazzo di Città, dall’altro il Palazzo del Governatore e il Duomo di San Donato, che si intravede maestoso.
Dal medioevo al barocco, fino all’arrivo del ‘900 evocato dalla stazione della funicolare: percorrere con lo sguardo la piazza è scorrere le età di Mondovì.
Un cuore pulsante
La Piazza costituisce letteralmente Il centro storico della Città: intorno ad essa si polarizzarono i primi insediamenti di abitanti provenienti da Vico, Vasco e Carassone. Da allora fu il centro religioso, amministrativo e commerciale. I suoi portici erano tanto affollati e caotici che negli Statuti della Città (1415) si dispose di “tenere sempre sgombri i portici della piazza, in modo che due persone affi ancate possano agevolmente passarvi nei due sensi”.
Era residenza di autorità e notabili “Con molte sontuose abitazioni da grandi portici sostenute” quali ad esempio Palazzo Fauzone di Germagnano (oggi Museo della Ceramica), il Palazzo del Governatore (o degli Stemmi), e il Palazzo dei Bressani di cui resta una parte all’angolo con via Carassone.