Sinagoga
Quando nel 1724 fu istituito il ghetto a Mondovì Piazza, la sinagoga fu realizzata al secondo piano di una abitazione, per rispettare il precetto religioso che vuole che al di sopra delle sinagoghe non possa essere edificato nulla.
Alla sinagoga si accede oggi da via Vico 65 e l’edificio che la ospita non presenta esteriormente alcun connotato che ne sveli la presenza. Qui si trova ancora la tradizionale disposizione delle sinagoghe piemontesi antecedenti all’Emancipazione (1848), con l’Aron ha kodesh (Arca Santa) sulla parete est, la Tevà (palco dell’officiante) al centro della sala e i banchi disposti lungo le pareti.
La sala di preghiera, piccola di forma quadrangolare, è illuminata da poche finestre che guardano verso il cortile interno. Lungo le pareti una decorazione a trompe l’oeil simula una serie di finestre, sormontate da scritte in ebraico, e i sedili lignei dove prendevano posto gli uomini. Al centro troneggia la Tevà, un baldacchino ligneo ottagonale intagliato e decorato senza sfarzo.
L'Aron ha kodesh
Sempre in legno intagliato e dorato, si trova sulla parte est, fra due finestre che si aprono su un loggiato. Le ante dell’Aron sono decorate dall’immagine in bassorilievo del candelabro a sette bracci acceso (menorà) e si aprono fra una coppia di colonnine tortili; le Tavole della Legge sovrastano l’Armadio. Una cancellata in ferro battuto chiude lungo i fianchi la predella d’accesso all’Aron. Un lume denominato Ner Tamid (luce perenne) pende davanti a questo arredo; altri lumi di foggia ottocentesca scendono dal soffitto in vari punti della sala.
La volta è dipinta di colore blu e il pavimento è in doghe lignee disposte a ottagoni concentrici. Dal pianerottolo di accesso alla sinagoga si può uscire sul ballatoio che conduce alla sala del matroneo, destinata ad ospitare le donne durante le funzioni religiose, ricavata aggiungendo dei vani all’edificio originale; le due finestre che originariamente guardavano verso il cortile oggi si aprono verso il matroneo. Dal matroneo si prosegue nell’aula scolastica e infine in un loggiato che ospita il vano dell’Aron.